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Tre mesi di tempo per decidere che fine farà l’ex Fim di Porto Sant’Elpidio: demolizione o bonifica le uniche strade percorribili.

Gli ultimi risultati dei campionamenti effettuati sulla fabbrica di concimi chimici dismessa, hanno confermato rilevamenti di inquinamento da metalli e che le prove di sabbiatura, previste dal progetto di bonifica, non sono possibili visto lo stato di degrado strutturale dell’edificio sul lungomare elpidiense.

“La Cattedrale è sorgente primaria di inquinamento e come tale va trattata, la sabbiatura non è fattibile", il commento del sindaco Massimiliano Ciarpella.
L’argomento è stato al centro della Conferenza dei servizi a cui hanno partecipato rappresentanti del Comune, della Regione Marche, della Provincia di Fermo, di Arpam, Azienda sanitaria territoriale di Fermo, Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio delle province di Macerata-Fermo-Ascoli Piceno, Fim, Ecoelpiense, referenti di Legambiente ed altre associazioni interessate.

Si è deciso ora di affidare ad un pool di esperti dell’Università degli studi di Bologna il compito di redigere un nuovo parere sulla possibilità o meno di recuperare la Cattedrale ex Fim.

“L’utilità di affidare una nuova consulenza serve ad avere risposta ad un quesito chiaro e ad approfondire in particolare il tema della possibilità o no di un restauro – spiega il sindaco - La Cattedrale va messa in sicurezza in modo permanente oppure neutralizzata, non ci sono altre vie. Chiederemo quindi a questo pool di esperti quali siano le tecniche, se esistono, in grado di garantire la definitiva messa in sicurezza della Cattedrale, che tuteli l’ambiente e la salute e sia compatibile con il vincolo e l’utilizzo dell’area", conclude Ciarpella, ricordando che lo studio potrà essere effettuato e completato in tre mesi, "trascorsi i quali riconvocheremo la Conferenza dei servizi per un’azione risolutiva: restauro o demolizione".

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