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ANCONA - Una donna si guarda allo specchio e ritrova la sua autostima, la capacità di vivere i propri affetti e le relazioni sociali. Il suo benessere passa attraverso la riscoperta e l’accettazione del proprio corpo.
Tutto ciò grazie alla tecnica di ultima generazione ’Total Aesthetic Breast and Reconstruction’ in uso nell’unità operativa di Chirurgia Ricostruttiva e Chirurgia della Mano dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche diretta dal dottor Michele Riccio (Direttore del Dipartimento delle Chirurgie Specialistiche) per la ricostruzione del seno afflitto da patologie oncologiche: “Abbiamo cambiato non solo la tecnologia, ma anche l’approccio nei confronti delle pazienti afflitte da carcinoma mammario _ spiega il dottor Riccio _.
Una tecnica innovativa su cui stiamo basando tutta la nostra attività e se stiamo riuscendo in questo è grazie alla Direzione generale della nostra Azienda che ci sta supportando. Vorrei aggiungere che abbiamo avviato un ulteriore step nella tecnica da noi utilizzata, relativa alla ricostruzione del capezzolo, un altro salto di qualità. È possibile, infatti, applicare una protesi in silicone sotto cute che si trasforma quasi in un tatuaggio ben fatto e impercettibile alla vista”.
Al tema della tecnica ’Total breast reconstruction’ è dedicata la masterclass organizzata all’interno dell’Aou delle Marche dal professor Riccio con il sostegno di GCA Academy e GC Aesthetics.
A proposito di novità, nel nuovo Atto Aziendale di AOUM è stato creato il Dipartimento di Oncologia all’interno del quale afferiscono tutte le discipline, dall’Oncologia alla Radiologia, dalla Chirurgia Senologica appunto a quella Ricostruttiva.
Intanto i dati dei primi mesi del 2025 mettono in evidenza un aspetto molto importante: “Con più sedute operatorie, grazie all’impegno messo in campo dall’Azienda _ aggiunge il dottor Enrico Lenti, Direttore della Chirurgia Senologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche _ abbiamo ridotto di molto le liste d’attesa potendo garantire interventi alle pazienti con priorità A entro i 30 giorni come previsto dalle linee guida ministeriali. Questo è reso possibile dalla straordinaria capacità di fare squadra con i professionisti delle altre discipline, grazie a un bell’ambiente in cui lavorare”.
Nel 2024 l’unità operativa multidisciplinare ha effettuato circa 500 interventi, 100 in più rispetto al 2023 grazie all’aumento delle sedute operatorie. Un approccio alla chirurgia ricostruttiva per certi versi rivoluzionario, in quanto oltre agli evidenti vantaggi sotto il profilo clinico pone la paziente al centro garantendo l’aspetto estetico e, di conseguenza, quello psicologico. Il risultato finale è straordinario sotto questo profilo: “Dell’operazione alla mammella interessata, o a entrambe se necessario, dal male resta una cicatrice che ricorda un trattamento di chirurgia estetica e non una mastectomia _ entra nel dettaglio il dottor Michele Riccio _.
Oltre a ottenere il miglior risultato clinico possibile e senza tracce evidenti e soprattutto invasive dell’operazione, la donna/paziente conserva la piena coscienza e autostima di se stessa, capace dunque di intrattenere rapporti sociali e interpersonali senza menomazioni fisiche limitanti. Tutto questo avviene all’interno di un ospedale pubblico come quello di Torrette, da anni eccellenza nazionale. Garanzia di qualità delle cure e di valori assoluti, specie in un settore della sanità come la chirurgia ricostruttiva ed estetica che, se non trattata in centri idonei, nasconde rischi elevati e a volte drammatici per i pazienti, come di recente narrato dalle cronache”.
La Direzione Aziendale è stata più volte chiamata in causa e la soddisfazione è massima da parte del Direttore Generale, Armando Marco Gozzini: “Ecco un perfetto esempio di come bisognerebbe lavorare, una simbiosi ottimale tra tecnici e chirurghi con l’obiettivo di guardare oltre _ è il commento del Dg Gozzini _. In questo caso la salute, ma anche la psicologia della donna sottoposta al delicato intervento. L’aspetto estetico le consente di tornare al passato, prima che la patologia la affliggesse. L’esempio della ’Total Aesthetic Breast Unit’ conferma la qualità della nostra struttura premiata dagli esiti nazionali”.
Aspetto confermato dalle parole del Direttore Sanitario di AOUM, Claudio Martini: “Il Tavolo della Breast Unit è il più longevo all’interno dell’ospedale ed è il perfetto esempio di presa in carico delle pazienti, tutto certificato e con ottimi risultati a livello di PNE (Piano Nazionale Esiti, ndr.)”.
Per entrare nel vivo della materia arriva la masterclass organizzata dal dottor Riccio. Il 16 aprile cè stato spazio alla parte teorica e di approfondimento della tecnica, analizzando in generale il tema della ricostruzione della mammella.
Oltre alla lectio magistralis del professor Riccio, i contributi del dottor Enrico Lenti che ha parlato di mastectomie conservative e del professor Pier Camillo Parodi, chiamato per narrare la sua lunga esperienza nel campo della ricostruzione del seno.
La giornata di giovedì 17, invece interamente dedicato alla messa in pratica della tecnica Total Breast Reconstrucion. I presenti hanno seguito tre interventi chirurgici preparati ed effettuati dal professor Michele Riccio e dal dottor Enrico Lenti.
Il recupero del proprio corpo. Fino a qualche anno fa l’approccio della chirurgia ricostruttiva dopo una mastectomia (l’intervento di asportazione di un seno o di entrambi) funzionava così: l’accesso all’organo avveniva lateralmente, la mammella veniva svuotata e l’intervento plastico ricostruttivo si concretizzava attraverso l’applicazione di una protesi che però non completava anatomicamente la forma del seno operato.
L’obiettivo era renderlo il più simile a quello sano, ma i risultati non potevano essere totalmente soddisfacenti. Le differenze estetiche, evidenti pur nella risoluzione della patologia oncologica, rimanevano.
Oggi, grazie alla Total Aesthetic Breast and Reconstruction, l’approccio interventistico è diverso. L’accesso al seno avviene al centro, esattamente dal capezzolo, attraverso la tecnica del Keyhole (letteralmente ’buco della serratura). L’introduzione della protesi resta, ma attorno i chirurghi costruiscono una parte in grado di riempire il vuoto lasciato dalla mastectomia senza eliminare il muscolo pettorale.
Lo step fondamentale, una volta effettuato l’intervento chirurgico di asportazione del seno, è quello di unire tessuto adiposo, prelevato da cosce o ventre della paziente, alle protesi.
Con un’operazione di lipofilling, successivo alla liposcultura, il tessuto viene inserito tra la pelle e lo strato sottocutaneo del derma e il risultato finale è di alto profilo: le due mammelle, quella sana e quella malata operata, sono pressoché uguali e la cicatrice, a volte impercettibile, come accennato all’inizio, ricorda più un intervento di chirurgia estetica che una mastectomia. Senso estetico, perfezione anatomica e cura della psiche della paziente.