Condividi:
SENIGALLIA - Non un movimento uniforme e massimalista ma un fenomeno complesso capace di trasformare l’Italia da Paese sottoposto a dittatura a una democrazia compiuta sotto la spinta di vari movimenti di pensiero riformisti.
La Uil Marche affronta la Resistenza a 80 anni dalla Liberazione dell’Italia con un approccio storico che, nel tentativo di sfuggire alla retorica, farà una panoramica sulle molteplici componenti ideali che ne fecero parte e sull’impulso che quelle istanze possono dare anche oggi alla costruzione dell’Europa del futuro.
Un appuntamento importante che si terrà mercoledì 23 aprile alle 17 presso il Centro Cooperativo Mazziniano “Pensiero e Azione” (via Chiostergi, 10 – Senigallia) alla presenza dell’ex ministro e parlamentare Claudio Martelli e dello storico Antonio Tedesco, rispettivamente presidente e direttore scientifico della Fondazione Pietro Nenni, e della già europarlamentare e senatrice Luciana Sbarbati.
Nel corso dell’incontro saranno approfondite figure con sensibilità federaliste, repubblicane, dell’azionismo e del socialismo italiano come il marchigiano Braccialarghe, Zagari, Hirschman o come Colorni, per lungo tempo dimenticato, che del Manifesto di Ventotene fu l’ideatore dei contenuti che, per la futura Federazione d’Europa, prevedevano esercito unico, unità monetaria, abolizione delle barriere doganali e delle limitazioni all’emigrazione tra gli Stati membri, rappresentanza diretta dei cittadini ai consessi federali e politica estera unica.
“A 80 anni dalla Liberazione – spiega Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche – è importante ricordare come la Resistenza sia stata molto più che un movimento armato. È stata un laboratorio politico, morale e sociale, dove uomini e donne, di diverse culture e provenienze, si sono uniti per immaginare un’Italia diversa: un Paese libero dall’oppressione, fondato sul lavoro, sulla dignità, sull’uguaglianza.
In quell’esperienza collettiva troviamo le radici del riformismo italiano, che ha saputo tradurre le idealità in conquiste sociali: dallo Statuto dei lavoratori ,al Servizio sanitario nazionale, dalla scuola pubblica, al ruolo delle autonomie locali. Come Uil, eredi e custodi di quella cultura riformista, sentiamo il dovere di riaffermare oggi la centralità del lavoro, come strumento di emancipazione e partecipazione, ma soprattutto di quell’ idea di Europa dei popoli, pacificata e unita, proiettata verso lo sviluppo, il benessere e la realizzazione personale degli individui e dell’intera società”.