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Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) stanno cambiando il panorama della transizione energetica italiana. Ma il percorso verso gli ambiziosi obiettivi fissati dal PNRR è ancora lungo. A marzo 2025 il GSE ha registrato 212 CER attive per una potenza complessiva di 18 MW, appena l’1% dei 1.730 MW previsti entro il 2026.
Nonostante le criticità, il 2025 si conferma un anno di svolta: nuove norme, ampliamento dei comuni beneficiari, proroghe sui termini e la possibilità di autoconsumo condiviso a distanza stanno aprendo nuove opportunità per imprese, enti pubblici e cittadini.
Le novità normative del 2025
Il 2025 ha introdotto importanti cambiamenti per favorire la crescita delle CER:
- Ampliamento dei comuni beneficiari: la soglia demografica per accedere agli incentivi è stata innalzata da 5.000 a 30.000 abitanti, estendendo la possibilità di partecipazione a un numero maggiore di territori.
- Proroga dei termini: la scadenza per la presentazione delle domande di accesso ai fondi PNRR è stata posticipata al 30 novembre 2025, offrendo più tempo per aderire alle iniziative.
- Autoconsumo a distanza: è stata introdotta la possibilità per i membri delle CER di condividere l’energia rinnovabile anche se non si trovano nello stesso edificio o comune, aumentando la flessibilità e l’accessibilità.
Esempi virtuosi di CER in Italia
Nonostante le difficoltà, alcune realtà italiane hanno avviato con successo progetti di comunità energetiche:
- Torino: la parrocchia della Santa Famiglia di Nazareth ha creato la CER Vallette, coinvolgendo otto famiglie in difficoltà economica e installando un impianto fotovoltaico da 20 kWp sul tetto della chiesa.
- Cagliari: l’amministrazione comunale ha promosso una CER che coinvolge 40 edifici scolastici e famiglie a basso reddito, finanziata con 410.000 euro provenienti da fondi europei.
- Quiliano e Vado Ligure: un gruppo di aziende ha costituito una CER con un impianto fotovoltaico da 1 MW, beneficiando anche i comuni attraverso accordi economici.
- Asti: la Provincia ha avviato un progetto di partenariato pubblico-privato coinvolgendo 111 piccoli comuni, con l’obiettivo di installare impianti per una potenza complessiva di quasi 9 MW.
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