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PESARO - Non è affatto soddisfatto il comitato "Pesaro - No Gnl" delle risposte ricevute dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, alle preoccupazioni espresse da cittadini, comitati e attivisti in merito alla situazione ambientale della Fox Petroli di Pesaro, destinato a ospitare un impianto di liquefazione del gas naturale. "La risposta non entra nel merito delle domande poste: nessun chiarimento concreto, rimanda sona nota precedente datata 28 marzo 2025. Una formula evasiva, che lascia intatti i dubbi e le perplessità sollevati nell’appello del 9 maggio: nessuna risposta diretta sullo stato di contaminazione del sito, nessuna menzione di bonifica preventiva, nessun commento sui rischi sanitari per i lavoratori e i residenti che vivono a poco più di 100 metri dall’impianto". Dice il referente del comitato Roberto Malini: "La situazione è resa ancora più preoccupante dal fatto che il sito Fox Petroli è storicamente utilizzato per attività industriali pesanti, con probabile presenza di inquinanti nel sottosuolo e nei sedimenti. Tuttavia, nessuna procedura di caratterizzazione o bonifica risulta avviata prima dell’approvazione del progetto. Secondo i firmatari dell’esposto, ciò rappresenta una violazione del principio di precauzione, sancito dal D.Lgs. 152/2006 (Codice dell’Ambiente), nonché una potenziale omissione di garanzie per la sicurezza pubblica". "La risposta del Ministero", prosegue Malini, co-firmatario dell’esposto, "è burocratica, dilatoria e priva di contenuto reale. Non solo non fornisce risposte alle nostre domande, ma si appoggia a un documento che a sua volta non entra mai nel merito. È come una matrioska vuota. A distanza di mesi, il silenzio sulle bonifiche, sui rischi sanitari e sulla fragilità del sito è assordante". Alla luce dell’opacità istituzionale, i cittadini e i comitati coinvolti chiedono "accesso completo agli atti depositati dal proponente e ai verbali della Commissione tecnica, che non sono presentati nella documentazione pubblicata nel sito del Mase; una nuova risposta puntuale da parte del MASE, con impegni chiari sul monitoraggio ambientale; il coinvolgimento diretto di ARPA Marche e ISPRA per ispezioni sul campo; una segnalazione ufficiale alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui Reati Ambientali, con allegata la documentazione già trasmessa".
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