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CAMERINO – Un ritrovamento straordinario, che riscrive la storia antica del territorio. Durante le attività di scavo per la realizzazione della nuova Strada Regionale Pedemontana delle Marche, nel tratto che attraversa il Comune di Camerino, è venuto alla luce un insediamento risalente all’Età del Ferro, databile tra il VII e il VI secolo a.C., costituito da grandi capanne e tracce di necropoli. Il sito, finora sconosciuto, è stato localizzato in prossimità del fosso Palente, alla sommità di un ampio pianoro.

Lo scavo è stato condotto sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, con il coordinamento dell’architetto Giovanni Issini e il supporto tecnico della ditta Kora srl. L’intervento si inserisce nell’ambito del più ampio progetto "Quadrilatero Marche-Umbria", che ha già restituito numerose evidenze archeologiche di grande rilievo lungo l’intero tracciato viario, dal Paleolitico Superiore fino all’età romana.

Un abitato senza precedenti
Le indagini hanno permesso di documentare le fondazioni di almeno tre capanne, disposte affiancate e orientate lungo l’asse nord-ovest/sud-est. Le Strutture 1 e 2, con dimensioni comprese tra i 35 e i 38 metri di lunghezza e circa 6-7 metri di larghezza, sono state realizzate con tecniche costruttive complesse, che prevedevano l’impiego di buche di palo, trincee perimetrali e fondazioni miste. L’imponenza delle strutture è testimoniata da elementi architettonici come le buche profonde oltre un metro, destinate a sostenere le travi del tetto.

Una terza capanna, più piccola (15 x 6 m), condivide le stesse caratteristiche e si affianca alle due principali. Nei pressi, gli archeologi hanno rinvenuto altre buche di palo, probabilmente riferibili a strutture accessorie con funzioni domestiche o artigianali, oltre a tracce di un fossato anulare con diametro di 13 metri, legato forse a un’antica sepoltura oggi purtroppo perduta.

Un contesto unico nel territorio
La scoperta è di valore eccezionale: l’abitato, per dimensioni e caratteristiche costruttive, non ha precedenti nel territorio comunale di Camerino e si configura come un unicum anche rispetto al noto sito coevo di Matelica, in località Cavalieri. La presenza di materiale ceramico di età romana in alcune zone dello stesso pianoro suggerisce una frequentazione prolungata nel tempo, testimoniando la continuità insediativa e l’importanza strategica dell’area.

Il Soprintendente Issini ha espresso grande soddisfazione per l’importante risultato raggiunto, frutto del lavoro coordinato tra enti pubblici, archeologi e aziende esecutrici:
«Una scoperta di questo livello è il risultato della sinergia tra istituzioni e della professionalità dei nostri archeologi, che hanno saputo interpretare e valorizzare un contesto straordinario. Ringraziamo anche la committenza, Quadrilatero Marche-Umbria S.p.A., e le imprese coinvolte per la collaborazione e la cura nel mettere in sicurezza i ritrovamenti».

L’area, ora documentata e messa in sicurezza, apre la strada a nuove prospettive di studio, valorizzazione e tutela di un patrimonio ancora tutto da scoprire.

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