Condividi:
ANCONA - La sanità privata marchigiana ha fatto sentire la propria voce, aderendo con determinazione allo sciopero nazionale del settore per denunciare il mancato rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro.
Oltre 200 lavoratori, provenienti da tutte le province delle Marche, si sono riuniti in presidio sotto il Palazzo della Giunta Regionale ad Ancona, per chiedere con forza l’immediato rinnovo del Ccnl Aiop/Aris, scaduto da 6 anni, e del Ccnl Aris Rsa/Cdr, bloccato da ben 13 anni.
La manifestazione è stata promossa dalle segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Flp, e ha visto la partecipazione di operatori socio-sanitari, professionisti sanitari e personale amministrativo: lavoratori che ogni giorno garantiscono servizi essenziali alla comunità e che da troppo tempo vedono disattesi i propri diritti contrattuali ed economici.
A conclusione del presidio, i tre segretari regionali – Matteo Pintucci (Fp Cgil), Alessandro Contadini (Cisl Fp) e Marcello Evangelista (Uil Flp) – sono stati ricevuti dal direttore del Dipartimento Salute della Regione Marche.
Durante l’incontro, i sindacati hanno ribadito la necessità di un maggiore impegno della Regione nelle attività di controllo sulle strutture private accreditate che erogano servizi per conto del sistema pubblico. In particolare, è stato chiesto che si vigili sul rispetto delle condizioni di lavoro, sulla qualità delle prestazioni e sull’equità nei trattamenti economici, affinché le risorse pubbliche siano spese nel rispetto della dignità dei lavoratori.
“La dignità dei lavoratori della sanità privata non può più attendere”, hanno dichiarato congiuntamente i tre segretari.
“È inaccettabile che, nonostante il ruolo cruciale che svolgono per il sistema sanitario regionale e nazionale, siano costretti a lavorare con contratti scaduti da anni. Chiediamo alla Regione Marche di farsi portavoce delle nostre istanze, attivandosi nelle sedi opportune – Ministero, Conferenza Stato-Regioni – per sbloccare questa vergognosa impasse. È il momento di agire, per garantire il giusto riconoscimento professionale ed economico ai nostri colleghi.”
La mobilitazione non si ferma qui: le organizzazioni sindacali annunciano nuove iniziative a livello regionale e nazionale fino a quando non verranno ottenute risposte concrete e un contratto rinnovato, giusto e dignitoso per tutti i lavoratori della sanità privata.