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Morto a trent’anni per un malore, poco dopo essere stato raggiunto dalla scarica di un taser durante il suo arresto: sarà l’autopsia a chiarire le cause di quanto accaduto ad un giovane a Pescara. Una vicenda su cui indaga la Procura.

Riccardo Zappone, che aveva già precedenti, era stato fermato in strada dalla polizia per una rissa - in cui sembra sia stato anche colpito - ma aveva opposto resistenza: a quel punto gli agenti hanno utilizzato la pistola elettrica per bloccarlo.

Un intervento "necessario" lo definisce la procura del capoluogo abruzzese. Ma, una volta portato nelle camere d’attesa in questura per formalizzare l’arresto, il trentenne ha accusato un malore. Zappone è stato prima soccorso sul posto dal 118, poi trasportato in ospedale per le manovre di rianimazione ma non c’è stato nulla da fare.

Sulla vicenda ora indaga la Squadra mobile e al momento, stando a quanto si apprende, non è emersa una correlazione accertata tra l’utilizzo del taser e l’arresto cardiaco.

Introdotto ufficialmente nel 2022, dopo una travagliata fase di sperimentazione, il taser viene attualmente adottato in diverse città italiane dalla Polizia di Stato, dai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza e in alcuni casi dalla polizia locale. Negli anni scorsi altri episodi di questo tipo, seppure rari, si sono già verificati. Quasi un anno fa, nel luglio 2024, a Bolzano la Procura dispose un’inchiesta per accertare le cause della morte di un 42enne in Alto Adige, a seguito di un malore, dopo che i carabinieri avevano usato il taser per fermarlo.

Anche in Abruzzo c’era stato un precedente nell’agosto 2023: un 35enne con problemi psichiatrici morì proprio a San Giovanni Teatino (Chieti) dopo essere stato raggiunto da una scarica di taser utilizzata dai carabinieri nel tentativo di bloccarlo: il giovane - dopo essere andato in escandescenze - si era diretto verso i binari della ferrovia e per questo i militari avevano tentato di fermarlo.

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