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C’è un’Italia che guarda avanti, e lo fa con il sole. Un progetto ambizioso — promosso dalla clean tech company Soly — punta a costruire la più grande rete nazionale di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), con l’obiettivo di rendere il fotovoltaico la principale fonte di energia del Paese entro il 2030. È una visione europea che si radica nel territorio italiano, unendo innovazione tecnologica, sostenibilità e partecipazione collettiva.
Un progetto europeo con radici italiane
Soly punta a collegare le attuali 154 comunità energetiche italiane (CER e configurazioni di autoconsumo collettivo) in un’unica infrastruttura coordinata, capace di produrre fino a 4.000 MWh annui e di ridurre le emissioni di CO2 di oltre 3.500 tonnellate all’anno. Un impatto paragonabile all’eliminazione di 7 milioni di chilometri in auto o di circa 4.000 voli transoceanici. Per raggiungere questo traguardo, l’azienda ha attivato una rete capillare di partner operativi in Italia, con un forte polo al Nord e una crescita significativa anche nel Centro e Sud.
Gli incentivi: una leva per crescere
Grazie al Decreto MASE n. 414/2023 e alle regole operative del GSE (in vigore da febbraio 2024), le CER possono oggi accedere a una tariffa incentivante fino a 0,14 €/kWh per 20 anni, oltre a un contributo a fondo perduto del 40% dell’investimento per i Comuni con meno di 5.000 abitanti. Un’opportunità concreta che, tuttavia, si scontra con ostacoli burocratici e tecnici legati alla gestione degli iscritti, alla connessione delle utenze e alla rendicontazione.
Dal potenziale all’azione: il ruolo dei partner locali
Per superare le complessità operative, Soly ha costruito una rete di collaborazioni che facilita la costituzione di nuove comunità o l’inserimento di utenti in CER già esistenti. Questo approccio può accelerare l’adozione su larga scala del modello energetico condiviso e stimolare la nascita di esperienze locali solide, con benefici ambientali ed economici concreti.
Guardare al futuro: verso una rete nazionale condivisa
Il modello promosso da Soly, oltre all’expertise di operatori come Solexpert, mostra che la transizione energetica è un percorso possibile, accessibile e vantaggioso per il territorio. Se ben progettate e gestite, le CER rappresentano una leva di innovazione sociale e ambientale, in grado di restituire valore alle comunità e creare un nuovo equilibrio tra produzione, consumo e partecipazione.
Economia locale e innovazione diffusa
Il modello delle CER sta aprendo nuove prospettive di sviluppo per i territori, generando ricadute economiche stabili e distribuite. In questo quadro, realtà come Solexpert si stanno affermando come partner tecnici capaci di tradurre le potenzialità normative in progetti concreti, attivando filiere locali e facilitando l’ingresso di imprese e cittadini nel nuovo mercato dell’energia condivisa. Una riflessione resta aperta: saprà il sistema industriale italiano accompagnare questa transizione, facendone una leva di crescita sostenibile e competitiva?
Vuoi capire se nel tuo Comune esiste già una CER o se puoi crearne una nuova?
Contatta gli esperti Solexpert per una valutazione preliminare del tuo progetto. Insieme, possiamo trasformare l’energia in bene comune.
Questo contributo è ispirato a un approfondimento pubblicato da sul nostro sito. Solexpert - fotovoltaico facile.
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