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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sarà la Corte d’Assise di Macerata a giudicare i cinque indagati per la brutale rissa avvenuta nella notte tra il 15 e il 16 marzo 2025 fuori dalla discoteca “Kontiki” di San Benedetto del Tronto, in cui perse la vita il 24enne Amir Benkharbouch. Il gip del Tribunale di Ascoli, Angela Miccoli, ha firmato il decreto di giudizio immediato, accogliendo la richiesta della Procura. Ora le difese avranno quindici giorni di tempo per decidere se accettare il processo immediato o optare per un rito alternativo, come l’abbreviato, possibile in assenza di premeditazione.
Le accuse
Gli atti ricostruiscono nel dettaglio la dinamica dei fatti, avvenuti nel parcheggio adiacente al locale, dove la rissa tra due gruppi è degenerata in un’escalation di violenza inaudita, culminata con l’uccisione del giovane Benkharbouch. Secondo quanto emerso, il 20enne Federico Di Stanislao avrebbe inferto al ragazzo un colpo mortale con un coltello, recidendogli l’aorta e provocandogli un’emorragia letale. A Di Stanislao vengono contestati i reati di omicidio volontario aggravato, tentato omicidio e porto abusivo di arma bianca.
Il 23enne Denis Raul Rotaru, armato di machete, avrebbe invece colpito con ferocia Daniele Seghetti e Helmi Nessibi, causando loro lesioni gravissime. Per lui le accuse sono di tentato omicidio, lesioni, rissa aggravata e porto abusivo di arma. A sua volta, il 30enne Francesco Sorge è accusato di aver colpito con una catena metallica Di Stanislao e Rotaru: risponde di rissa, lesioni aggravate e porto abusivo d’arma impropria.
I ruoli di Seghetti e Nessibi
Anche le posizioni di Daniele Seghetti, 31 anni, e Helmi Nessibi, 29 anni, sono state valutate nel fascicolo. Entrambi si trovavano nel gruppo opposto rispetto a Di Stanislao e Rotaru. Seghetti è indagato per rissa aggravata e lesioni personali. Attualmente si trova detenuto nel carcere di Montacuto dopo essere stato operato d’urgenza a causa delle gravi ferite riportate durante lo scontro. Nessibi, invece, è sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora a Grottammare: a lui si contesta il coinvolgimento nella rissa e il ferimento subito durante gli scontri.
Prove e percorso processuale
Nel decreto si fa riferimento a una mole importante di prove: verbali di arresto, sequestri, immagini di videosorveglianza interne ed esterne alla discoteca e all’Hotel Arlecchino, consulenze mediche e testimonianze. Tutti gli elementi raccolti – secondo il gip – forniscono “un quadro probatorio solido e coerente”, tale da giustificare il giudizio immediato.
L’udienza è stata fissata per il 18 settembre 2025, alle ore 9.00, presso la Corte d’Assise di Macerata. La palla ora passa agli avvocati difensori, che dovranno decidere se affrontare il dibattimento ordinario o puntare su una strategia processuale alternativa, come il rito abbreviato che prevede lo sconto di pena in caso di condanna.