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Nel design, ogni scelta di spessore è un atto intenzionale. Non si tratta solo di centimetri: si tratta di linguaggio. Lo spessore di un’anta, l’altezza di uno zoccolo, la profondità di una gola possono evocare forza, leggerezza, precisione. Dietro ogni millimetro, un messaggio. E dietro ogni proporzione, una visione dello spazio. Questo articolo è un invito a guardare oltre la superficie, per scoprire cosa comunica davvero una cucina pensata su misura.
Spessori come scelte espressive
Uno spessore marcato comunica stabilità, forza, presenza. È una dichiarazione di solidità progettuale. Al contrario, uno spessore ridotto può evocare leggerezza, minimalismo, precisione. In entrambi i casi, non si tratta di semplici soluzioni costruttive, ma di decisioni estetiche consapevoli che influiscono sul modo in cui ci relazioniamo con l’ambiente.
Il top: tra materia e gravità visiva
Un piano di lavoro spesso e materico (come un gres da 12 o 20 mm o un marmo pieno) diventa un punto focale. Porta con sé una gravità visiva che ancora l’ambiente e ne definisce il carattere. Un top sottile, invece, lascia respirare il progetto, si dissolve nella linea dell’arredo, rafforzando l’effetto sospeso o l’eleganza essenziale.
Gole e zoccoli: sottrazioni che contano
Anche gli elementi più tecnici, come gole e zoccoli, parlano attraverso le proporzioni. Una gola profonda può diventare un gesto architettonico, una firma visiva. Uno zoccolo ribassato, quasi impercettibile, può restituire una sensazione di sospensione e leggerezza, proiettando l’intera cucina verso una dimensione più rarefatta.
L’anta: dove il tocco incontra la forma
Lo spessore dell’anta è forse l’indicatore più immediato della qualità percepita. Una mano che sfiora un’anta da 25 mm ne percepisce la consistenza, la precisione, la robustezza. Ma oltre alla sensazione tattile, è la proporzione a definire lo stile: classico, contemporaneo, architettonico. Ogni millimetro è una scelta.
Progettare è anche una questione di linguaggio
Nel design d’interni, ogni scelta dimensionale è parte di un sistema espressivo. Lo spessore di un’anta, il profilo di uno zoccolo o la presenza materica di un top possono comunicare valori profondi: solidità, eleganza, precisione. Non è solo funzione, ma semiotica dello spazio. Brand come Lekkel lo dimostrano con progetti in cui proporzioni e materiali si fondono per costruire una narrazione personale. Un invito a ripensare il progetto non come oggetto, ma come gesto culturale. Cosa ci raccontano davvero gli spazi in cui abitiamo?
Proporzioni che parlano di te
Ogni proporzione, in una cucina, dovrebbe nascere da un’intenzione. Non per stupire, ma per accordarsi a chi vivrà quello spazio.
Non esistono misure assolute: esistono armonie da trovare, equilibri da sentire, scelte da accompagnare.
Perché progettare una cucina non significa disegnare un mobile, ma comporre un linguaggio intimo e coerente — capace di raccontare chi siamo, prima ancora di come viviamo.
Questo contributo è ispirato a un approfondimento pubblicato sul nostro sito. Lekkel - Luxury Exclusive Kitchen.
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