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Il Comando Provinciale della Guardia di finanza di Chieti ha sequestrato beni e disponibilità finanziarie a conclusione delle indagini svolte nell’ambito dell’operazione “Oleum”.
Ad un mese dall’attività di servizio “Mattatoio”, i finanzieri della Compagnia di Lanciano - coordinati dal capitano Domenico Siravo - infliggono un altro duro colpo a ciò che sta diventando, minacciosamente, un fenomeno sistematico sullo sfruttamento delle maestranze a basso costo.
Le Fiamme Gialle del capoluogo frentano hanno condotto un’attività investigativa - su delega del Pubblico Ministero della locale Procura della Repubblica, dott.ssa Elena Belvederesi - in grado di svelare una sofisticata architettura criminosa realizzata da un’azienda (operante nel settore della produzione e confezionamento di olio di oliva) che ha esternalizzato i servizi di manodopera in capo ad una società, di fatto gestita dal medesimo gruppo imprenditoriale, fungendo da vera e propria “bad company” (società costituita appositamente per farsi carico dei debiti previdenziali e tributari, priva di beni patrimoniali).
Così operando, la società committente, ha potuto beneficiare, nel tempo, di forza lavoro a tariffe vantaggiose e senza l’aggravio dei costi del personale previsti dalla legge, mentre la società fornitrice dei servizi di manodopera accumulava un consistente debito nei confronti dell’Erario, omettendo i relativi adempimenti di natura fiscale e previdenziale per oltre 800 mila euro.
Le indagini eseguite - con la coraggiosa collaborazione testimoniale di tutti i dipendenti - hanno consentito di rilevare che la società di servizi interinali ha di fatto soppiantato un’altra entità giuridica (fallita e riferibile alla medesima proprietà), assumendo la totalità dei lavoratori (cd. fenomeno della transumanza) e che, di fatto, il potere direttivo ed organizzativo del personale fosse sempre stato in capo all’impresa committente.
Al termine delle investigazioni - che hanno portato all’iscrizione nel Registro degli indagati di due soggetti, per i quali vige il principio giuridico di non colpevolezza fino all’ultimo grado di giudizio, per i reati di emissione e presentazione di fatture relative ad operazioni inesistenti - è scattato il sequestro preventivo - emesso dal G.I.P. del Tribunale di Lanciano, dottor Massimo Canosa - di beni immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie per oltre un milione e 400mila euro.