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Le montagne delle Marche continuano ad attirare appassionati e amanti dell’avventura, ma non sempre l’approccio risulta adeguato. Lo denuncia il Soccorso Alpino e Speleologico regionale, intervenuto con frequenza crescente nelle ultime settimane per operazioni di recupero in parete, in particolare sui Monti Sibillini.
“Stiamo assistendo a una frequentazione sempre più intensa – si legge in una nota stampa – ma anche troppo spesso sottovalutata del nostro ambiente montano.” Il riferimento è alle vie alpinistiche, percorsi tecnici e severi che richiedono ben altra preparazione rispetto a una semplice escursione. Non si tratta di “vie plaisir” – cioè tracciati di più lunghezze, con chiodatura fissa e ravvicinata pensati per un’arrampicata più sicura e godibile – ma di itinerari che impongono un elevato grado di impegno fisico e mentale.
Il Soccorso Alpino mette in guardia: “Ogni nostro intervento è una risposta pronta e professionale all’imprevisto, ma anche un’occasione per ribadire l’importanza della prevenzione. La montagna va rispettata, studiata, avvicinata con umiltà.”
I tecnici ricordano che affrontare una via alpinistica senza le dovute competenze o senza un equipaggiamento adeguato può rivelarsi pericoloso, non solo per chi la intraprende, ma anche per i soccorritori stessi, che spesso si trovano ad operare in condizioni difficili e ambienti ostili. “Non basta la passione: servono conoscenza del terreno, valutazione delle condizioni meteo e soprattutto consapevolezza dei propri limiti.”
Il messaggio è chiaro: la sicurezza comincia prima di mettere piede sulla roccia. È nella scelta informata e responsabile di cosa affrontare, e soprattutto di come affrontarlo, che si costruisce una frequentazione della montagna più sostenibile e sicura per tutti.
“Continueremo a esserci – conclude la nota – con la massima dedizione. Ma la differenza la fa sempre chi parte da casa con la giusta preparazione e il rispetto dovuto a un ambiente tanto meraviglioso quanto esigente.”