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Dall’8 luglio al 30 settembre 2025, le piccole e medie imprese italiane possono presentare domanda per accedere agli incentivi PNRR dedicati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Lo sportello agevolativo riattivato finanzia impianti fotovoltaici e minieolici destinati all’autoconsumo, anche differito, oltre a sistemi di accumulo per l’energia prodotta ma non utilizzata subito.
La misura rientra nella Missione 7 – Investimento 16 e punta a rafforzare l’indipendenza energetica del tessuto produttivo italiano, sostenendo una transizione che non è più solo ambientale, ma anche economica e strategica.
Un’occasione, non una scorciatoia
Le agevolazioni coprono fino al 40% delle spese per le micro e piccole imprese (30% per le medie), con ulteriori contributi per la diagnosi energetica e per i sistemi di accumulo. Il plafond disponibile è di circa 178 milioni di euro, con una quota del 40% riservata alle Regioni del Sud.
Al di là delle percentuali, ciò che rende rilevante questa misura è la sua logica strutturale: non un incentivo a pioggia, ma un’opportunità selettiva per chi ha visione, numeri e consapevolezza progettuale. Il criterio a graduatoria e i vincoli tecnici impongono un approccio maturo, in cui il “fare energia” richiede competenze, scelte consapevoli e pianificazione.
Energie autonome e cultura imprenditoriale
La riapertura dello sportello PNRR pone una questione meno dibattuta ma centrale: la maturità progettuale delle PMI italiane. Non tutte dispongono delle competenze per valutare il ritorno energetico di un impianto, integrarvi un sistema di accumulo, oppure stimarne l’impatto sulla produzione. In questo scenario, esperienze come quella di Solexpert – che accompagna le imprese in percorsi di fattibilità tecnica ed economica – mostrano come il vero investimento non sia nell’impianto, ma nella capacità di pianificarlo. La sfida, ora, è far crescere una cultura energetica diffusa.
Oltre il bando: progettare energia con senso
Proprio per questo, misure come queste non si esauriscono nella lettura del decreto o nella compilazione della domanda. Richiedono un passaggio più profondo: la capacità di tradurre l’occasione normativa in un investimento industriale coerente, che dialoghi con la realtà produttiva dell’azienda e ne rafforzi la resilienza energetica.
È il contesto in cui Solexpert opera da anni, supportando le imprese nel coniugare sostenibilità, ritorno economico e strategie di lungo periodo. Il tema, in fondo, non è più solo “quanto costa fare un impianto”, ma “quale ruolo può avere l’energia nella traiettoria della mia impresa”.
A pochi giorni dalla riapertura dello sportello, si apre una possibilità concreta. Ma il vero discrimine sarà tra chi compila e chi progetta, tra chi chiede un contributo e chi costruisce una visione.
Questo contributo è ispirato a un approfondimento pubblicato da sul nostro sito. Solexpert - fotovoltaico facile.
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