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Due condanne all’ergastolo e un’assoluzione: si è conclusa così, davanti alla Corte d’Assise di Chieti, la prima fase del processo sull’agguato avvenuto il 1° agosto 2022 in un bar lungo la cosiddetta strada parco di Pescara, un’azione armata legata, secondo gli inquirenti, a regolamenti di conti nel traffico di stupefacenti. A perdere la vita fu Walter Albi, 66 anni, ex architetto e imprenditore. Accanto a lui, Luca Cavallito, sopravvissuto ma rimasto gravemente ferito. Il duplice bersaglio fu raggiunto da colpi d’arma da fuoco mentre si trovava seduto a un tavolo. La Corte ha inflitto l’ergastolo a Cosimo Nobile, considerato l’esecutore materiale del delitto, e a Natale Ursino, indicato come il mandante, attualmente ancora latitante. Per entrambi, le accuse sono di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio. Assolto invece Maurizio Longo, accusato di aver fornito supporto logistico alla spedizione punitiva. I giudici lo hanno scagionato “per non aver commesso il fatto”, respingendo la ricostruzione della Procura, che aveva chiesto l’ergastolo per tutti e tre gli imputati. “È una sentenza che non condividiamo. Faremo ricorso in Appello. Il nostro assistito si è sempre dichiarato innocente.” ha detto Massimo Galasso, legale di Cosimo Nobile. All’uscita dall’aula, Luca Cavallito, sopravvissuto alla sparatoria, ha scelto il silenzio. Alla figlia della vittima, la Corte ha riconosciuto una provvisionale di 100mila euro, la stessa cifra assegnata anche a Cavallito. “Non possiamo parlare di soddisfazione. Walter Albi non c’è più, e una figlia non potrà più riabbracciare suo padre. Ma oggi possiamo dire che giustizia è stata fatta.” Parla l’avv. Matteo Di Martino, legale della famiglia Albi. Una sentenza attesa, arrivata al termine di un processo che ha ricostruito un agguato feroce e premeditato. Ora si attende il secondo atto: l’Appello.

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