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Un episodio di estorsione aggravata ai danni di un minorenne è stato scoperto dalla polizia del commissariato di Jesi, che ha denunciato alcuni adolescenti, tra cui diversi minorenni, ritenuti responsabili di minacce e richieste di denaro veicolate attraverso Instagram.
L’inchiesta è partita nell’aprile 2025, quando uno studente si è presentato con il padre e una docente per sporgere denuncia. Dietro a quello che sembrava un normale scambio con un profilo femminile si nascondeva, in realtà, un gruppo di giovanissimi che, ottenute immagini intime del ragazzo, ha messo in atto un vero e proprio ricatto, chiedendo denaro con modalità precise e ripetute. In alcune circostanze, la consegna è avvenuta persino utilizzando i mezzi pubblici locali come luogo di scambio.
Fondamentale il lavoro svolto con la collaborazione della Polizia postale di Ancona e sotto il coordinamento della Procura ordinaria e della Procura per i minorenni. Gli investigatori hanno seguito la traccia digitale dei responsabili, risalendo ad account, numeri di telefono e dispositivi utilizzati per le estorsioni. Le indagini hanno permesso di identificare gli intestatari delle sim e di localizzare gli indirizzi Ip, fino al sequestro di vari strumenti durante le perquisizioni domiciliari.
Il quadro ricostruito dagli inquirenti mostra un gruppo di ragazzi giovanissimi che, celandosi dietro falsi profili social, hanno organizzato un piano estorsivo ai danni della vittima. Spaventato dalla possibilità che le sue immagini venissero diffuse, il ragazzo aveva inizialmente ceduto, consegnando somme di denaro agli estorsori prima di trovare il coraggio di denunciare.
Un caso che accende i riflettori sulla vulnerabilità dei più giovani nell’uso dei social e sui rischi legati alle trappole digitali, sempre più diffuse anche nelle realtà di provincia.
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