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 Non si placa il dibattito attorno all’Atim. L’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche resta al centro della tenzone in Consiglio regionale con la discussione di un’interrogazione del Gruppo Pd, prima firmataria Bora. Nel mirino le funzioni del direttore Marco Bruschini ma anche il programma annuale 2024 e il bilancio triennale 2024-2026. Dopo la breve risposta dell’assessore Goffredo Brandoni che ha riferito circa l’approvazione del Piano operativo Atim lo scorso 19 febbraio, i dem hanno replicato, ribadendo la richiesta di chiudere l’Agenzia come previsto da una proposta di legge presentata dal consigliere dem Fabrizio Cesetti.

"Il Piano Atim si commenta da solo, - ha detto Manula Bora - un Piano da soli 8 milioni di euro, approvato in cinque giorni grazie alla minoranza che si è accorta che Atim non aveva ancora approvato il Piano operativo e significa che non aveva neanche le risorse per attuarlo". "Grave è che ancora una volta il nostro assessore al Turismo, cioè il presidente Acquaroli, - ha aggiunto - non è stato capace di supervisionare, controllare l’attività di un’agenzia che lui ha tanto voluto, strategica, che da due anni opera con una dotazione quasi ridicola di personale e ci chiediamo a cosa serva, quali siano gli obiettivi strategici". "Ad oggi - ha detto ancora Bora - Atim è stato solo in grado di collezionare grandi figuracce, scandali politico-amministrativi. Per i dem, ha aggiunto, "non c’è alternativa, il personale in forza alla giunta è certamente più capace di svolgere le stesse mansioni, certamente senza fare errori come quelli che ha fatto Bruschini", ha concluso con riferimento al contratto di marketing da "750mila euro" stipulato con Aeroitalia e che poi non ha avuto seguito, innescando polemiche e il prossimo addio del vettore ai voli di continuità da Ancona. "Il presidente Acquaroli parla di togliere le Marche dall’isolamento, - ha commentato il capogruppo dem Maurizio Mangialardi - ma sembra dimenticare che se oggi il Sanzio ha perso tanti voli internazionali e rischia di perdere anche quelli di continuità territoriale, gran parte delle responsabilità sono da imputare alle sue scelte, a partire dalla creazione di Atim, protagonista di un vero e proprio disastro che potrebbe persino far emergere rilievi di natura giudiziaria. Ora, ovviamente, - ha proseguito - tutti tifiamo affinché la procedura di emergenza attivata da Enac vada a buon fine, portando nelle Marche compagnie capaci di dare garanzie più solide di quelle offerte da Aeroitalia. È certo, però, che sarebbe stato molto più facile se a interloquire sia con Enac che con i vettori interessati allo scalo marchigiano fossero state le strutture tecniche della Regione Marche che si occupano di turismo e internazionalizzazione, anziché Atim".

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