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È stato sicuramente un inverno avaro di piogge e, alle porte della nuova stagione irrigua, il mondo agricolo marchigiano ha già iniziato a chiedere un’apertura anticipata degli impianti.
Se da una parte i dati pluviometrici non rassicurano, il livello delle dighe del Consorzio di Bonifica Marche, in particolare quella di Cingoli, sono invece allineati – se non migliori in alcuni casi – degli anni precedenti.

Ad oggi, l’acqua invasata a Castreccioni è superiore di circa 6 milioni di metri cubi di quella presente, nello stesso periodo, del 2022 per una disponibilità totale di 35 milioni di metri cubi.

Anche le dighe di Comunanza (lago di Gerosa – AP) e San Ruffino (FM), grazie alle ultime precipitazioni, sono ad un livello migliore di quello degli anni precedenti.
Diversa ma non allarmante la situazione invece della diga di Mercatale (PU), soggetta, durante i mesi precedenti, a lavori di manutenzione; l’acqua è stata volutamente mantenuta sotto una certa soglia ma presto tornerà a regime.

«Monitoriamo costantemente lo stato delle nostre dighe. Da loro dipende la sussistenza di un intero settore economico, quello agricolo – dichiara Michele Maiani, Presidente del Consorzio di Bonifica – se non la sicurezza di tutto il territorio. Ormai è evidente che non è cambiata la quantità di pioggia che cade. L’acqua è la stessa ma si concentra in limitate finestre temporali e micro-aree dando vita a nubifragi e bombe d’acqua. In questo caso, la funzione di laminazione delle dighe è fondamentale e consente di gestire queste improvvise e inusuali quantità di precipitazioni. L’acqua viene invasata, rilasciata in maniera controllata e custodita per i mesi successivi».


Trattenere l’acqua piovana, moltiplicare le vasche d’accumulo, ricaricare le falde sono alcune delle azioni necessarie per salvaguardare la risorsa idrica e tutte quelle attività ad essa collegate. In tale logica guardano i progetti di ricarica del lago di Cingoli e quello realizzato in collaborazione con il Prof. Marco Petitta dell’Università La Sapienza di Roma, destinato alla ricarica artificiale delle falde e destinato a garantire agli agricoltori non serviti dal consorzio, la necessaria quantità d’acqua.
A queste si uniscono i progetti dedicati all’ammodernamento o ampliamento degli impianti irrigui con relativa estensione del bacino irrigabile.


«Siamo riusciti ad intercettare importanti fondi PNRR e PSRN a supporto dell’attività di irrigazione; tramite Bonifica Marche Engineering, società in house del Consorzio dedicata al terzo settore, abbiamo realizzato il progetto di estensione dell’impianto del Musone: 1.970 nuovi ettari irrigati nei comuni di Filottrano, Montefano e Osimo con l’acqua invasata a Castreccioni, Cingoli. Sarà possibile allacciarsi e irrigare già da giugno», ha spiegato Claudio Netti, A.D. Bonifica Marche Engineering – in occasione dell’incontro avuto a fine febbraio con gli agricoltori della vallata del Musone.
Ammodernare e ampliare sono gli obiettivi anche degli interventi in corso nei comprensori dell’Aso, Tenna e Tronto dove prosegue il passaggio dagli impianti a scorrimento a quelli a pressione e l’estensione delle aree irrigate dagli impianti consortili.

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