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PESARO - Emergono nuovi dettagli nell’inchiesta per il suicidio della giudice Francesca Ercolini, di 51 anni, risalente al 26 dicembre di un anno fa. Si è appreso, come anticipa il Resto del Carlino, che la madre della donna, di Campobasso, consapevole del clima teso nella famiglia della figlia con conflitti aperti in particolare col figlio adolescente, inviò una lettera anonima alla polizia, 15 giorni prima del suicidio, invitandola ad indagare nella vita della famiglia e su ciò che stava succedendo. La lettera, essendo anonima ed evidentemente senza elementi concreti utili per avviare indagini, non sarebbe stata presa in considerazione. La madre della giudice dunque temeva per l’equilibrio psicologico della figlia e aveva intuito la possibilità di una tragedia. Secondo le indiscrezioni, la donna delle pulizie aveva visto, qualche settimana prima del suicidio, la giudice in garage in una situazione che sembrava analoga a quella che poi si sarebbe verificata giorni dopo. La giudice avrebbe cercato di minimizzare con lei, raccomandandole la massima segretezza su ciò che aveva visto. Invece l’altra donna chiamò la madre della giudice raccontandole tutto. La signora si trasferì di fatto in una seconda casa a Pesaro per stare accanto alla figlia e tranquillizzarla. Il 26 dicembre successivo, però, Francesca Ercolini si tolse la vita nella casa di famiglia approfittando dell’assenza del marito e del figlio, che erano usciti. La donna delle pulizie avrebbe anche escluso agli inquirenti di aver visto la giudice litigare, o in altre situazioni di tensione, con il marito che finora non ha voluto commentare l’inchiesta. La Procura dell’Aquila ha poi messo sotto inchiesta i due familiari della giudice per maltrattamenti in base alla denuncia della madre della Ercolini, in possesso di video, foto, chat inviatele dalla figlia nei mesi precedenti a testimonianza di quanto stava succedendo

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