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GIULIANOVA – Dopo nove mesi di attesa e dolore, la Procura di Teramo ha concesso il nullaosta alla sepoltura di Fabiana Piccioni, la donna ritrovata senza vita il 9 gennaio scorso in via Cavoni, alla periferia di Giulianova. Il suo corpo, in parte carbonizzato, era stato scoperto nei pressi di un terreno abbandonato, in circostanze che avevano da subito fatto pensare a un episodio dai contorni misteriosi.
Il provvedimento firmato dal sostituto procuratore Greta Aloisi, titolare dell’inchiesta, consente finalmente alla famiglia di organizzare i funerali e offrire a Fabiana una degna sepoltura, ponendo fine a un’attesa durata quasi un anno.
L’autopsia e le successive analisi medico-legali hanno richiesto tempi molto lunghi. Gli accertamenti hanno avuto come obiettivo principale quello di stabilire le cause della morte, ossia se la donna fosse già deceduta prima che il suo corpo venisse dato alle fiamme. La complessità degli esami ha reso necessario un approfondito lavoro tecnico-scientifico, rallentando di fatto la restituzione della salma ai familiari.
Nel frattempo, la Procura continua a indagare per chiarire le circostanze del decesso. È infatti indagato un uomo di 54 anni, di origini albanesi, che avrebbe trasportato il corpo senza vita di Fabiana con il suo furgone, abbandonandolo successivamente nel punto in cui è stato trovato. Gli investigatori ipotizzano che la morte possa essere avvenuta in un luogo diverso da quello del ritrovamento.
Coordinati dal sostituto procuratore Aloisi, gli inquirenti hanno ascoltato numerosi testimoni e acquisito immagini di videosorveglianza, nella speranza di ricostruire gli ultimi movimenti della donna e risalire a un quadro chiaro della vicenda.
La notizia del nullaosta restituisce almeno un po’ di pace alla famiglia, che potrà ora celebrare i funerali di Fabiana e darle un ultimo saluto. Intanto, l’indagine della Procura di Teramo prosegue per fare piena luce su una morte ancora avvolta dal mistero.