Condividi:
ROMA – La Cgil interviene sulla vicenda che coinvolge Tod’s e i presunti casi di caporalato nella filiera produttiva, chiedendo all’azienda di garantire «il massimo rispetto per il lavoro della magistratura e degli ispettori del lavoro». In una nota congiunta, Cgil e Filctem nazionali, insieme alla Cgil Marche, invitano il gruppo a «prendere con serietà gli accertamenti in corso e a rivedere i propri modelli organizzativi».
«Se nella filiera Tod’s emergono situazioni di lavoro nero o sfruttamento – si legge nel comunicato – significa che i controlli del committente non sono così rigorosi come dovrebbero. È necessario rafforzarli e correggere ciò che non funziona». Il sindacato sottolinea anche la necessità di ridurre il ricorso a subappalti e subforniture, spingendo invece verso «un modello d’impresa fondato su più lavoro diretto, salari adeguati e sicurezza nei luoghi di lavoro».
La Cgil respinge l’idea di un alleggerimento delle norme a tutela dei lavoratori. «Non si può pensare – prosegue la nota – di modificare le leggi che in questi anni hanno permesso di contrastare lo sfruttamento. Siamo contrari a qualunque proposta di “certificazione terza” che serva solo da scudo alle responsabilità delle aziende committenti o al depotenziamento della legge 231/2001, dell’articolo 603 bis del Codice penale e delle norme del Codice antimafia».
Secondo il sindacato, tali ipotesi rischierebbero di «scaricare sull’ultimo anello della produzione le conseguenze delle scelte e delle omissioni delle imprese madri, che spesso traggono profitto dal lavoro precario e mal pagato lungo la filiera».
La Cgil annuncia infine che sarà in piazza il 25 ottobre per manifestare contro ogni tentativo di ridurre le tutele dei lavoratori negli appalti e subappalti e per chiedere «più responsabilità, più controlli e più dignità nel lavoro».