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ANCONA – L’Assemblea Regionale Consortile del Consorzio di Bonifica delle Marche, riunita oggi nella sede di Ancona, ha messo nero su bianco una necessità ormai avvertita da tempo: aggiornare il piano di classifica, lo strumento che definisce i criteri di ripartizione del contributo di bonifica tra i proprietari degli immobili. All’incontro hanno partecipato rappresentanti del mondo agricolo e diversi sindaci, dando vita a un confronto ampio e articolato. Tra gli interventi più significativi quelli dell’ex presidente Michele Maiani, di Francesco Fucili, Giovanni Giuliani, Maurizio Finucci e Giuliano Bonifazi.
Il Consorzio gestisce ogni anno la manutenzione ordinaria di oltre 18mila chilometri del reticolo idrografico minore regionale. Un impegno gravoso che, secondo l’attuale assetto, pesa quasi interamente sugli agricoltori. Ma gli ultimi eventi alluvionali e la crescente consapevolezza del valore pubblico degli interventi di bonifica hanno evidenziato i limiti di un piano vecchio ormai di dieci anni e non più adeguato alle nuove sfide: cambiamento climatico, fragilità idrogeologica e necessità di prevenzione.
«Una legge che fino a poco tempo fa sembrava all’avanguardia oggi non basta più per dare risposte risolutive – spiega la presidente del Consorzio, Francesca Gironi –. La funzione di bonifica va ripensata passando dalla logica dell’intervento puntuale a una programmazione preventiva. Questo significa anche ridiscutere la distribuzione del contributo, che non può ricadere solo sull’agricoltura. Serve un sistema più equilibrato, che tenga conto delle diverse caratteristiche del territorio». Gironi cita, ad esempio, le aree boscate, dove gli interventi richiesti sono minimi, e allo stesso tempo richiama l’attenzione sulle zone a valle, spesso teatro di emergenze che richiedono risorse e partecipazione da parte di tutti.
Sulla stessa linea interviene Stefano Mazzoni, presidente dell’Assemblea Regionale: «Siamo solo al secondo incontro ufficiale del nuovo organo, e quella di oggi è una riflessione che deve ancora trasformarsi in una proposta strutturata, da condividere anche con la Regione. Ma era importante partire da ciò che consideriamo prioritario per l’ente e per i consorziati. Rimodulare le aree soggette al contributo non sarà un lavoro semplice, ma è una condizione necessaria per rendere il Consorzio capace di rispondere alle nuove richieste che il cambiamento climatico impone».
La discussione di oggi rappresenta dunque il primo passo verso un possibile aggiornamento del piano, con l’obiettivo di costruire un sistema più giusto, sostenibile e coerente con le esigenze del territorio marchigiano.
Diretta Samb