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Sul caso Tod’s "la Corte di Cassazione ha rigettato ieri le richieste e il ricorso del Dottor Paolo Storari", che chiedeva che la competenza territoriale sul procedimento di prevenzione, con richiesta di amministrazione giudiziaria, rimanesse a Milano, mentre i giudici di primo e secondo grado avevano stabilito la competenza ad Ancona.

Lo rende noto un comunicato della stessa società, che aggiunge: In merito alle nuove contestazioni sulla medesima vicenda, la Società sta ora esaminando con la stessa tranquillità l’ulteriore materiale prodotto, con preoccupante tempismo, dal pm, il dottor Storari”.

La Cassazione, infatti, era stata chiamata a sciogliere il nodo giuridico sulla competenza territoriale, dopo la richiesta della Procura di Milano alla Sezione misure di prevenzione di amministrazione giudiziaria per un anno per Tod's per omessi controlli in merito al caporalato nella catena di subappalti della produzione.

Il tema era stabilire se il procedimento spettasse a Milano o ad Ancona, in quanto i laboratori-opifici, al centro degli accertamenti, sono due in Lombardia, a Baranzate (Milano) e Vigevano (Pavia), e due nelle Marche, dove ha sede la società. La Cassazione, dopo l'udienza di ieri, come segnala Tod's, ha respinto il ricorso del pm, dopo che Tribunale e Corte d'Appello avevano indicato Ancona come sede competente.

Il procedimento sulla richiesta di misura di prevenzione (nel quale né società né responsabili sono indagati) è distinto da quello penale, che ora la Procura di Milano ha portato avanti con richiesta al gip di interdittiva sulla pubblicità per l'azienda.

In questo filone penale sono stati iscritti sia Tod's che tre manager per responsabilità dolose (non colpose come in quello di prevenzione) nel caporalato, perché, secondo l'accusa, è stato accertato che i responsabili dell'azienda sarebbero stati informati con decine di audit negli anni delle presunte violazioni e dello "sfruttamento" dei lavoratori negli opifici

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