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Una manifestazione nazionale è stata organizzata per il 6 dicembre a Roma, in Piazza Santi Apostoli, davanti al Ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità, in sostegno della “famiglia nel bosco” di Palmoli (Chieti). L’evento è voluto da amici, conoscenti e sostenitori della coppia anglo-australiana i cui tre figli sono stati allontanati con un’ordinanza del Tribunale dei Minori dell’Aquila. Secondo gli organizzatori, la decisione giudiziaria è “estrema” e motivata da una valutazione culturale dello stile di vita dei genitori.

Allo stesso tempo, la presidente del Tribunale dei Minori dell’Aquila, Cecilia Angrisano, è finita sotto attacco sui social: utenti hanno pubblicato insulti, volgarità e persino dati personali, nel contesto di una “caccia alle streghe” contro la magistrata dopo l’ordinanza di separazione dei minori. 

Secondo il tribunale, l’allontanamento dei bambini non è dovuto solo a questioni abitative ma al “pericolo per la vita di relazione”: i giudici affermano che la deprivazione del confronto con pari nella fase scolare può causare “gravi conseguenze psichiche ed educative”.

La petizione online lanciata in parallelo alla mobilitazione ha raccolto decine di migliaia di firme, con sostenitori che chiedono il rientro dei bambini con i genitori e accusano il provvedimento del tribunale di essere figlio di una visione culturale troppo rigida. (

Il caso ha acceso un dibattito sui diritti dei minori, sull’autonomia educativa dei genitori e sul ruolo delle istituzioni nel tutelare uno stile di vita radicale ma consapevole.


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