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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La Dimensione Scavi S.r.l., azienda attiva da anni nel settore delle demolizioni e del recupero delle macerie del sisma del 2016, torna a sollecitare una risposta chiara dalla Struttura Commissariale per la Ricostruzione, dopo l’ultima comunicazione ricevuta che, secondo l’impresa, non entra nel merito della richiesta presentata e si limita a un richiamo formale alle competenze amministrative.

L’istanza, depositata il 16 giugno 2025 e successivamente reiterata, riguarda l’autorizzazione alla gestione di un impianto per la messa in riserva e il recupero di rifiuti non pericolosi derivanti dal sisma, in particolare il materiale identificato come EER 17 09 04, presso l’area ex-Unimer di Arquata del Tronto. Un sito che l’azienda definisce strategico e funzionale alla filiera della ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto.

Secondo Dimensione Scavi, la risposta della Struttura Commissariale non scioglie la riserva sull’istanza, rinviando di fatto una decisione che dovrebbe invece essere assunta nell’ambito dei poteri straordinari previsti dall’articolo 28 del Decreto legge 189/2016, tuttora vigente. L’azienda chiarisce che la richiesta non riguarda una semplice autorizzazione ordinaria, ma l’attivazione delle deroghe previste dalla normativa emergenziale per la gestione delle macerie post-sisma, materiali che continuano a essere prodotti e che devono essere correttamente trattati per consentire l’avanzamento della ricostruzione.

«La risposta ricevuta non affronta il cuore della questione – afferma la legale rappresentante Cristina Perotti –. Si prende tempo, si rinvia, ma non si assume una decisione. Per un’impresa che opera in un contesto ancora emergenziale questo equivale, di fatto, a un blocco operativo, con costi che continuano a gravare sull’azienda».

Dimensione Scavi sottolinea come l’istanza presentata sia corredata da un articolato impianto tecnico e amministrativo e sia finalizzata a ottenere una pronuncia espressa, anche negativa, sulla possibilità di attivare il regime straordinario. Una risposta interlocutoria, evidenzia l’impresa, non consente di programmare attività, investimenti e gestione del personale.

«Stiamo sostenendo costi rilevanti – prosegue Perotti – per mantenere disponibile un sito individuato proprio per la gestione delle macerie del sisma. Rinviare ulteriormente una decisione significa scaricare sulle imprese le conseguenze di una mancata assunzione di responsabilità amministrativa».

Da qui l’appello finale alla Struttura Commissariale e al Commissario Straordinario affinché venga assunta una posizione chiara sull’istanza presentata, esercitando, se ritenuto possibile, i poteri straordinari previsti dalla legge o dichiarando formalmente l’impossibilità di farlo. «Non chiediamo scorciatoie – conclude Perotti – ma una decisione. Le imprese hanno bisogno di certezze, non di silenzi mascherati da risposte».

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