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Come evitare il linguaggio neutro e anonimo senza perdere rigore
Il rischio di scivolare nella prevedibilità nasce da un equivoco: per essere capiti da tutti, si pensa sia necessario rinunciare a qualsiasi forma stilistica o scelta lessicale più forte. Si opta così per formule standard, circolari anonime, testi che si somigliano tutti.
Ma il rigore non è sinonimo di piattezza. È possibile — e auspicabile — scrivere testi istituzionali che siano al tempo stesso precisi e vivi. Non si tratta di "colorare" i contenuti con trovate creative fini a sé stesse, ma di riconoscere che ogni comunicazione pubblica ha una voce, e che questa voce può (e deve) essere riconoscibile, rispettosa e umana.
La sfida, quindi, è trovare il giusto equilibrio tra forma e funzione: dire cose importanti in modo solido, ma non impersonale.
3 tecniche per restare precisi e vividi allo stesso tempo
1. Sostituire il gergo con parole concrete. Molte formule usate nella comunicazione istituzionale sono tecnicismi che non spiegano, ma complicano. Dire “inizio delle attività progettuali” è meno efficace di “iniziamo i lavori”. La concretezza non indebolisce il messaggio: lo rende accessibile e umano.
2. Alternare struttura e ritmo. Un testo può essere formale senza essere monocorde. Alternare frasi brevi a frasi più articolate, usare il punto fermo in modo consapevole, costruire paragrafi con un’idea chiara per ciascuno: sono scelte stilistiche che aiutano a farsi capire, ma anche a restare impressi.
3. Restituire il senso delle azioni. Ogni atto amministrativo, ogni servizio, ogni progetto ha un impatto concreto. Dire che “è stato approvato il piano di riqualificazione urbana” è corretto, ma dire che “iniziano i lavori per migliorare la vivibilità del quartiere” restituisce un’immagine chiara del perché quella notizia è importante. Non è una questione di tono promozionale: è una questione di senso.
Il ruolo delle agenzie nella definizione di un linguaggio pubblico
Molti enti faticano a distinguere tra chiarezza e piattezza perché non dispongono di linee guida stilistiche solide. Alcune realtà, come MOOV Comunicazione, hanno sperimentato modelli che aiutano a coniugare rigore e vivacità nella scrittura istituzionale, evitando il linguaggio neutro e ripetitivo. È un approccio che non cancella la formalità, ma la umanizza, restituendo identità anche ai testi più tecnici. La domanda che resta aperta è se le istituzioni siano pronte a riconoscere la voce come parte integrante della loro identità.
Ogni comunicazione pubblica ha una voce, serve darle corpo
L’identità di un ente si costruisce anche attraverso il modo in cui comunica. Ogni comunicazione pubblica — dal post social al comunicato stampa, dalla pagina informativa alla risposta al cittadino — è un’occasione per dimostrare che si può essere precisi senza essere noiosi, formali senza essere distanti.
Scrivere per la PA non significa togliere voce, ma darle forma. E ogni volta che scegliamo parole, tono e ritmo, contribuiamo a costruire — o a disperdere — la fiducia tra istituzioni e cittadini.
Questo contributo è ispirato a un approfondimento pubblicato sul nostro sito. MOOV Comunicazione.
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