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A causare la morte di Ettore Alessandro Sorrentino, trovato senza vita venerdì in un garage di Loreto (Ancona), è stato un trauma cranico encefalico. Lo evidenziano i risultati dell’autopsia eseguita ieri, dalle 16, all’istituto di medicina legale di Ancona dalle medico legali Loredana Buscemi ed Eva Montanari. La vittima, 45 anni, di Castelfidardo (Ancona), sarebbe stata colpita alla testa da più colpi e da più direzioni nel box privato del palazzo in via Altotting: per chiarire queste circostanze verrà effettuato un nuovo sopralluogo nel garage da parte dei medici legali proprio per ricostruire la dinamica dell’aggressione e verificare se ci sia stato un solo aggressore o se più persone abbiano colpito e infierito su Sorrentino. I colpi ricevuti dalla vittima sono compatibili con due mazzette trovate a terra nel garage e sequestrate. La morte risale a diversi giorni prima del ritrovamento del corpo avvenuto venerdì 19 settembre: il corpo è stato trovato in avanzato stato di decomposizione, condizione compatibile con un decesso forse avvenuto il giorno della scomparsa del 45enne, il 15 settembre. La madre lo aveva visto per l’ultima volta quella sera e in seguito ne aveva denunciato la scomparsa in Questura. L’auto di Sorrentino, una Renault Clio, è stata trovata a Castelfidardo e, tra le ipotesi, c’è anche quella che qualcuno possa aver accompagnato il 45enne a Loreto dove poi è stato trovato morto.
Con l’accusa di omicidio volontario è in carcere Matteo Borrelli, 37 anni, compagno della proprietaria del garage - ritenuta al momento estranea al delitto -: la donna aveva rinvenuto il corpo e poi la coppia aveva chiamato i carabinieri. Sulla base delle indagini e di vari accertamenti tecnico-scientifici eseguiti dall’Arma, il 37enne originario di Erba (Como), residente a Loreto da anni, è stato fermato dai carabinieri nella notte dopo l’omicidio. Ieri il gip non ha convalidato il fermo, ritenendo non sussistente il pericolo di fuga, ma ha disposto comunque la custodia in carcere per Borrelli che continua a negare di essere l’omicida.

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