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PERUGIA – «Non l’ho ucciso io e non avevo alcun coltello». Si è difeso così Yassin Hassen Amri, 21 anni, durante l’interrogatorio di garanzia tenutosi martedì mattina davanti al giudice. Il giovane, originario del Nord Africa e residente a Perugia, è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato per la morte di Hekuran Cumani, il 23enne di Fabriano ucciso il 18 ottobre scorso con una coltellata al cuore nel parcheggio della facoltà di Matematica dell’Università.
Assistito dall’avvocato Vincenzo Bochicchio, Amri ha respinto ogni addebito, sostenendo di non essere lui la persona che quella notte, al termine di una lite scoppiata fuori dal locale 100Dieci Cafè di via Pascoli, avrebbe impugnato la lama e colpito mortalmente il giovane albanese.
Gli inquirenti, però, ritengono di avere prove solide. Lo stesso procuratore capo Raffaele Cantone, annunciando l’arresto sabato scorso, aveva parlato di “elementi granitici” a carico del 21enne. Secondo la ricostruzione della squadra mobile, Amri, subito dopo il delitto, avrebbe lasciato i vestiti indossati quella sera a un’amica, facendosi prestare una tuta per sostituirli. Inoltre, avrebbe consegnato agli investigatori un vecchio cellulare, diverso da quello realmente in uso, che risulta ancora introvabile, così come il coltello utilizzato per il delitto.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Perugia, si concentra proprio su questi dettagli: gli abiti, i movimenti registrati dalle telecamere e le testimonianze raccolte nei minuti successivi all’aggressione. I sospetti su Amri erano emersi già nelle prime ore, grazie alle segnalazioni di alcuni presenti e a riscontri oggettivi che, secondo la magistratura, delineerebbero un quadro coerente di responsabilità.
Il legale dell’indagato, intanto, ha chiesto tempo per analizzare gli atti e valutare eventuali richieste di accertamenti difensivi. «Il mio assistito – ha dichiarato l’avvocato Bochicchio – mantiene una posizione ferma di estraneità ai fatti e collaborerà con la giustizia per chiarire ogni aspetto».
Nel frattempo, gli investigatori proseguono con gli approfondimenti tecnici, alla ricerca dell’arma del delitto e dello smartphone mancante, ritenuti elementi chiave per completare il quadro probatorio.
Diretta Samb